mercoledì 22 gennaio 2020

Le arti marziali orientali (tratto dal libro di Tonio Hirai " meditazione Zen come terapia") 1980

" Nel passato, in particolare in Giappone, si pensava che forme di addestramento vigorose e difficili come il Kendo o il Judo sviluppassero la resistenza nelle persone deboli a causa delle difficoltà che esse comportano. Per varie ragioni, tuttavia, queste discipline non corrispondono alle necessità dell'uomo moderno. In primo luogo, molti oggi mancano del tempo libero per potersi impegnare  in programmi di addestramento che esigono tempo e dispendio di troppe energie. In secondo luogo, questi programmi già di per sé richiedono proprio quel tipo di elasticità spirituale e di resistenza che mancano all'omo moderno. Non è ragionevole, quindi, aspettarsi un successo in programmi per i quali non si è qualificati.
Infine, l'uomo moderno, che tende a chiedere ragioni scientifiche per ciò che fa', rifiuta le arti marziali orientali come qualcosa di sorpassato a motivo del loro sottofondo confuciano o religioso.  Forse qualcuno dei miei lettori mi vorrò criticare, come eccessivamente utilitarista o perché voglio effetti immediati con piccoli sforzi. Ma non è vero: semplicemente scorgo nell'uomo moderno la tendenza a rifiutare come anacronistico ogni programma di addestramento mentale o spirituale che non sia razionalmente convincente".

Tomio Hirai nato nel 1927 è una delle maggiori autorità giapponesi nel campo della psichiatria e, probabilmente il più grande studioso e ricercatore di psicofisiologia del so Paese.
Le sue ricerche sulla meditazione Zen e le onde cerebrali gli sono valsi l'attenzione di vari specialisti di molti paesi, alcuni dei quali si sono recati in Giappone per condurre ricerche al suo fianco e si sono serviti dei metodi Zen per il trattamento della nevrosi.



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