mercoledì 19 febbraio 2020

Kiaiiiiiiiiiii!!!


Oggi vorrei approfondire il significato del Kiai ( l'urlo che si sente quasi sempre al termine di una azione di arti marziali, dico così per brevità dal punto di vista scientifico, per quanto sia possibile o lecito dire "approfondire" :vi sono diversi metodi di approfondimento, si può scavare e scavare a fondo, certamente la parte superficiale della pratica del Kiai è molto nebulosa, lo farò in piccola dose, quello che mi è possibile fare.

Si è propensi a pensare che il Kiai sia un modo per "spaventare l'avversario", chi pratica arti marziali sa che a volte succede, tuttavia è molto riduttivo. Il Kiai è profondamente bagnato dalla cultura orientale fatta di forza interiore, forza cosmica e meridiani corporei.
Troviamo molte parole contenenti Kiai, termine cinese molto in uso nella medicina tradizionale, possiamo dire che il Kiai sia energia vitale. Essendo tale concetto di una religione panteista quindi "energia universale".

Questa energia parte dall'addome, come sappiamo il centro vitale per gli orientali è proprio l'addome, li dove si sviluppa la parte più bassa dell'universo, dove è il centro dell'uomo, dove ancora viene usata come zona per il Karakiri, atto estremo dei Samurai e anche il punto per trarre forza nel combattimento, nel Karate e in altre forme di arti marziali.

Nei combattimenti degli antichi Samurai certamente era anche l'atto estremo del combattimento, dove il colpo assestato era l'ultimo, e non c'era pareggio, o si vinceva o si moriva, ecco quindi prendere una forma teologica se vogliamo, di " rilascio della propria vita o energia" per uccidere , per morire.

Troveremo in seguito il bandolo della matassa per arrivare alla respirazione Zen, se ancora non ci siamo arrivati, ora basta dire che come lo Zen, il Kiai ha una spiegazione scientifica del suo utilizzo e della sua utilità.
Approfondendo scientificamente infatti, troviamo che la massima espressione del massimo sforzo sarebbe letale o quantomeno dannosa per il nostro corpo, la nostra mente, il nostro sistema cardiocircolatorio.

Quando avviene tale contrazione infatti, la vena cava inferiore si restringe fino ad avere un deficit di ossigeno con ripercussione nel muscolo cardiaco.
Il kiai ha il potere di allentare questa pressione, o contrazione dei muscoli addominali, ed ecco la sua utilità, ovviamente gli antichi orientali non avevano le nostre nozioni di medicina, sicuramente la validità di questa cultura prende sempre pià forma.
Riassumendo quindi, la filosofia del Kiai è ampiamente valida anche dal punto di vista scientifico medico, ancora una volta, la respirazione prende importanza sempre più consistente, andando avanti, troveremo altre motivazioni per curare il nostro metodo di respirazione. 



Il Kiai non parte dalla gola, bensi' dalla contrazione dell'addome e dell'apparato respiratorio. 
possiamo vedere in questa immagine  l'irrorazione dell'energia del Kiai:





Il kiai deve partire proprio dall'addome, come possiamo vedere coinvolgendo, uscendo per cosi dire dalla bocca, tutto il tratto cardiopolmonare.








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